Martedì 1 Dopo un mese di alta pressione e continuo bel tempo le previsioni per il giorno della partenza dell’alta via danno proprio ben brutto. Si decide di partire comunque e di provarci! Siamo in 8; Ci troviamo provenienti da diverse vie in tre auto a Varzo prima del confine elvetico per la cena. Rosita ha carta d’identità e passaporto scaduti ed è pronta a tornare indietro ma alla dogana nessun controllo. L’espatrio è riuscito e proseguiamo fino a Visp dove Nicolò ha prenotato la notte al Bildhunghaus St. Jodern gestito dalle suore che parlano solo deutsh ma ci intendiamo ugualmente e fissiamo la colazione per le 6.30. Il posto è ottimo e pure il trattamento.
Mercoledì 2 Sveglia ore 6, ottima e abbondante colazione e via alla stazione. La suora superiora ci saluta e ci dice che avremo una lunga giornata… Due auto sono posteggiate accanto alla stazione di polizia. Il mio zaino è il più pesante! Il treno è puntuale alle 7.20 per Martigny dove dopo 5 minuti parte il pullman per Aosta che ci lascia a Bourg St. Pierre alle 9. Nevica, in alto è coperto e non fa freddo. La meta è la Cabane de Valsorey 3030m; in basso c’è pochissima neve, si procede tra i sassi addentrandosi nella valle senza prender quota. Il tempo peggiora con vento e nebbia e freddo. La bevanda di Gianfranco diventa granitina! Adriana tormenta il suo ginocchio; gli occhiali si impastano di ghiaccio e non servono più, ghiaccioli su ciglia e baffi. Le dita delle mani sono congelate. C’è difficoltà a trovare il percorso, andiamo avanti e indietro due volte salendo fina a quota 2600m quando verso le 15.45 decidiamo di rientrare. La discesa è un calvario: all’inizio con le pelli, poi sci ai piedi poi a piedi sci i spalla poi ancora sci ai piedi fino a Bourg St. Pierre dove arriviamo alle 20; c’è ancora luce, sono ciuk! non sono riuscito a mangiare e bere nulla. Notte in Garni e ottima cena svizzera che risolleva morale e forze. Punta mignolo destro congelata.
Giovedì 3 Sveglia ore 7.Nevica leggero, colazione abbondante e pullman ore 9.20 per Martigny. Treno per Sion dove c’è anche il sole e poi bus per Arolla a 2000m dove siamo alle 14. La Dent Blanche è spettacolare vista da questa parte. Iniziamo la salita alla Cabanne de Vignettes 3165m. C’è traccia ma sopra i 2700 compare la nebbia e siamo al rifugio alle 17.45 appena in tempo per la cena alle 18. E’ tutto ottimo e chiediamo il bis. Il posto letto è con piumino ma stretto. Qualcuno (anche io) russa.; le guide dormono in altro locale dopo aver tracannato una bottiglia di vino con il gestore in grande allegria. Verso le tre di notte c’è un gran movimento verso i cessi situati nell’elegante dependance con passatoia di ghiaccio vivo. Punta mignolo destro congelata.
Venerdì 4 Sveglia ore 6.45, il cielo è azzurro, pieno sole, zero nuvole finalmente…Dopo abbondante colazione, imbrago e alle 8 via, siamo tra gli ultimi a lasciare il rifugio. Breve discesa al Col de Chermontane 3050m, e poi pelli e salita al colle sotto l’Eveque 3620m circa sulla traccia di Nicolò. Picca e ramponi, in tre cordate siamo in vetta all’Eveque 3716m verso mezzogiorno. C’è un panorama entusiasmante a 360° su tutte le Alpi. LA discesa su neve fresca è da gustare e si ritorna al Col Chermontane. Adriana torna al rifugio per via dei suoi guai al ginocchio; Cavallo Pazzo, custodito da Fabio, parte in quarta battendo traccia; gli altri si avviano dolcemente verso la Pigne d’Arolla 3790m. Alla fine verso le 16.40 siamo in vetta da soli, non c’è vento e sempre grande panorama mozzafiato. La discesa su neve dura è veloce e in 25 minuti siamo di nuovo alla Cabanne de Vignettes. Ci raggiungono Antonella e Maurizio (Mauri) di Morbegno allertati da Fabio sulle ottime condizioni meteo. Antonella si è portata anche il sacco a pelo memore di freddo patito in altri rifugi. Rosita fa pratiche orientali di massaggio. La cena è ottima e come la sera prima facciamo il bis di tutto. Il posto letto è sempre stretto, le persone in camerone sono aumentate, l’aria peggiora ed incrementano i rumori notturni. La più bella giornata del tour. Punta mignolo destro congelata.
Sabato 5 Alle 6.45 il copione è lo stesso del giorno prima come condizioni meteo e avvio di giornata. Dopo la breve discesa al Col Chermontane impelliamo e saliamo al Col de L’Eveque 3368m alle 10.30. Da qui inizia un discesone sul ghiacciaio alto di Arolla tra la Vierge e il M. Collon fino ai 2450m dei Plans de Bertol. Tutti offrono qualcosa da mangiare per alleggerirsi e non riportarselo a casa. Alle 11.20 cominciamo a salire con lunghi traversi sotto un gran sole alla Cabanne de Bertol 3311m; sulla via c’è un bimbo di 5 anni accompagnato dal papà che scendo dopo essere saliti in elicottero! Al rifugio siamo verso le 13.45 in tempo ancora per il ”Midi Croute” piatto speciale: crostone con formaggio, prosciutto, uovo al forno; costa un capitale ma vale! Il rifugio è nuovo, superpanoramico a pianta ottagonale, con una scaletta di 30m per arrivarci. Cavallo Pazzo, unico, ridiscende 300m di bel pendio e risale ma quando arriva il piatto speciale è finito. A cena c’è il doppio turno e chi mangia fronte alle finestre deve tenere gli occhiali per fronteggiare il sole che entra radente. Dopo il primo turno di cena non si sa dove stare; fuori c’è un gran vento e così si chiacchiera all’ingresso davanti alla cucina. Dormiamo insieme alle guide nell’attesa dei 2000m di discesa del giorno seguente.
Domenica 6 Lasciamo il rifugio per ultimi dopo la solita abbondante colazione verso le 8.15. LA giornata è splendida e fresca. Dopo un breve tratto in leggera discesa impelliamo e risaliamo verso la Tete Blanche 3724m. Verso la cima si scatena la bagarre e pure il vento fortissimo. Alle 10.20 in vetta non si può restare, tutto che molli vola via. Ci si deve abbassare subito fino al colle. Inizia la lunga discesa verso Zermatt, la neve non è granchè: prima dura e poi un po’ crostosa, un po’ soffice. Si aggira un punto delicato lasciando i numerosi crepacci a destra. Nicolò che è il primo perde uno sci e cade: lo sci è finito dentro un crepo! Per fortuna non precipita e riesce a recuperarlo subito. Siamo sotto la seraccata della Nord della Dent d’Herens. Il gruppo è omogeneo e la discesa veloce. Ci fermiamo sulla salle a manger sotto la parete ovest del Cervino. Poi è tutto un diagonale da lasciarsi andare con sosta sotto la parete nord del Cervino e con un breve tratto a piedi raggiungiamo la pista che porta a Furi e poi alla civiltà delle auto elettriche e della birra al bar della stazione al sole di Zermatt. Alle 14.10 il treno ci porta a Visp dove Fabio ha qualcosa da riportare alle suore. Sul vagone open space è tutto conti, commenti, impressioni e sogni di altri bellissimi tour futuri. Punta mignolo destro congelata.
Tony